Questa mattina mi sono fermata a prendere un caffè con Giorgia, una mia amica che ha una bimba di 7 mesi che sta per prendere la stessa decisione che ho preso io qualche mese fa: dare le dimissioni. Ci siamo fatte una bella chiacchierata e poi ognuna ha continuato la sua giornata. E da lì la mia testa ha iniziato a pensare. Tanto che devo per forza fare qua delle mie considerazioni. Perchè per me è un tema troppo importante, mi stravolge l’anima, mi fa arrabbiare e mi fa riflettere. E non esiste che alla fine del 2017 ci si debba ancora porre il dilemma su cosa fare dopo la maternità. Io e tutte le donne come me abbiamo diritto di essere mamma e di avere un lavoro. Mamma e lavoro devono coesistere.
Mi arrabbio perchè trovo assurdo pensare che tu, che ti sei fatta un culo per anni (scusa il termine ma non posso farci nulla) tra studi e lavoro, dopo la maternità, sia costretta per un motivo o per l’altro a lasciare il tuo posto di lavoro.

No, aspetta. Mettiamo bene in chiaro le cose: non stiamo parlano di una donna che non ha più voglia di lavorare, stiamo parlando di una donna che non può tornare a lavorare perchè non vuole uscire di casa alle 7 di mattina e tornare alle 9 di sera (se va bene) perchè vorrebbe VIVERE LA CRESCITA DI SUA FIGLIA. Se permetti, e spero tu sia d’accordo, il ruolo del genitore in quanto educatore dei propri figli, non è un ruolo che può essere delegato. Sei d’accordo? Aspetta, non esiste un però…. i nonni devono fare i nonni, non i genitori e le insegnanti devono fare le insegnanti. Il genitore sei tu e non puoi delegare. Questo non vuol dire che i tuoi bambini debbano stare sempre e per forza con te. Per esempio i miei bimbi vanno al nido dalle 9 alle 15, vivono la vita con i loro coetanei supervisionati dalle insegnanti e poi stanno con me e/o mio marito e quando possono vedono i nonni (che nel mio caso lavorano).
Mi rendo conto che c’è anche una piccola categoria di mamme e papà che questi discorsi non li fanno, e decidono a priori che preferiscono buttarsi a tuono nel lavoro e vivono i figli quando riescono. E’ assolutamente una decisione che non condivido ma se scegli la carriera rispetto alla famiglia, avrai fatto le tue considerazioni e spero che non te ne pentirai in futuro.
Comunque, ritornando al tema del discorso, mi ritrovo troppo spesso a confrontarmi con amiche e conoscenti che devono fare delle scelte. In un’altra occasione, parlavo con la mia amica Martina che, quando è rientrata al lavoro dopo la maternità, l’hanno mandata a lavorare in una sede più lontana. Dunque, invece di lavorare a 5 km di distanza, ora lavora a 20 km. Mi verrebbe da fare un pensiero cattivo: forse l’azienda vorrebbe che lei, data questa situazione in cui è stata messa, lasciasse il suo posto di lavoro?
Quante di queste situazioni esistono? Perchè se sei madre di bimbi piccoli, hai una croce rossa stampata sulla fronte (lavorativamente parlando)? Perchè non ti assumono se sei in “età riproduttiva”?
Eppure io non capisco perchè si arriva a questo. Siamo tutti nati da una donna. Almeno fino ad oggi. Però poi ce ne dimentichiamo.
Purtroppo qua in Italia c’è un problema di mentalità e di credenze difficili da sradicare, che io non accetto assolutamente ma con le quali bisogna confrontarsi. Le istituzioni tirano l’acqua al proprio mulino ma nella realtà non si fa nulla per cambiare questa visione delle cose. Mi dispiace ma non ho per nulla fiducia nelle politiche e burocrazie. E ho anche un’altra cosapevolezza, che mi fa raggelare il sangue: gli atteggiamenti maschilisti non sono propri solo degli uomini, ma anche delle donne. Si, ci sono delle donne maschiliste. Sì, lo so. Questa cosa ha dell’assurdo ma credetemi che ci sono. Ma anche qui ci sarebbe da scrivere un libro…ne parleremo un’altra volta!
Sta di fatto perciò che spesso noi donne e mamme ci troviamo a dover fare i conti con situazioni alquanto sgradevoli, dobbiamo prendere decisioni che non vorremmo. Spesso facciamo figli che crescono con qualcun’altro e ci ritroviamo incastrate in vite quotidiane assurde, che non avremmo mai voluto ma che invece affrontiamo. E così i giorni, mesi e anni passano e noi abbiamo investito il nostro tempo giornaliero nel portare a casa lo stipendio, mentre i nostri figli crescono senza che ce ne accorgiamo.

Ma io, come la mia amica Giorgia, non vogliamo rinunciare a fare le mamme o a lavorare. Vogliamo portare avanti entrambe le cose con serenità e sappiamo che possiamo farlo con le nostre forze e le nostre capacità. Vogliamo essere presenti nelle vite dei nostri figli, sia quando hanno bisogno di noi quando sono ammalati, sia quando si deve giocare o imparare qualcosa di nuovo. Vogliamo essere presenti quando dicono le prime parole o quando si sbucciano la prima volta il ginocchio.
E così fare la freelance può essere la soluzione. Dunque io mi sto organizzando per farlo e anche Giorgia ci sta lavorando sopra. Se hai un lavoro che puoi portare avanti con le tue forze, da casa, che puoi gestire con una connessione e un PC oppure se hai un hobby che può diventare un lavoro, perchè non provare! Avrai delle ore da poter dedicare ai tuoi figli, e potrai gestire la tua attività quando loro sono all’asilo o a scuola. Io riesco a ritagliarmi 6 ore tra mattina e primo pomeriggio e se serve un paio d’ore la sera quando i bimbi sono a letto. Certo, lavoro spesso anche quando avrei voglia di vedere un film in tv, ma nessuno mi toglie le soddisfazioni che sto portando a casa in questo periodo della mia vita. Noi non vogliamo rinunciare a fare le mamme a tempo pieno e le lavoratrici. Abbiamo la voglia di fare e la passione per realizzare i nostri progetti e i nostri sogni. Vogliamo toglierci le nostre soddisfazioni lavorative ma allo stesso tempo vogliamo essere a fianco dei nostri figli per crescerli e vederli crescere.
Tu cosa ne pensi? lo fai già? lo vorresti fare? Raccontaci la tua storia.
Ti aspettiamo!